IL Risolutore di Crisi

Finanza Comportamentale

Come risolvere una crisi finanziaria
Oggi non bisogna farsi illusioni, come accadde dopo la seconda guerra mondiale, la ricostruzione di un paese ci sarà, ma il Risolutore sarà spietato e il prezzo da pagare altissimo.

Chi ci guadagna dalla crisi? Come uscire dalla crisi?
Quelli che ritengono la crisi dell’ultimo decennio la più “difficile di sempre” potrebbero avere ragione, anche se abitualmente tendiamo a dare maggiore importanza agli avvenimenti più recenti.
I segnali di un’uscita da questa crisi veramente dura ci sono, anche se ancora non per tutti; è come la primavera: non per tutti arriva il 21 marzo, alcuni hanno bisogno che arrivi maggio per percepire che l’inverno è finito.
Agli inizi degli anni duemila si è montata una crescita economica “affidandosi” alle stime immobiliari. Si otteneva denaro in prestito solo con la garanzia del valore della casa. Più il valore cresceva e più ci si poteva indebitare.. Il debito privato è arrivato alle stelle e… al primo scricchiolio del “mattone”… il panico.
Un incredibile “effetto domino”, partito dal’immobiliare, è giunto immediatamente alle banche (prima quelle che avevano prestato i soldi con garanzie “virtuali”) ed ha colpito poi direttamente gli stati sovrani.
L’elemento comune a tutti è stato il debito.
Cittadini, aziende, banche e Stati sovrani, se indebitati risentono maggiormente la crisi, poiché più deboli e vulnerabili: accesso ad ulteriore credito quasi impossibile.
E’ stata una crisi nuova e proprio per questo per combatterla c’è stato bisogno di usare armi nuove.
Le Banche Centrali di tutto il mondo hanno avuto un ruolo vitale nella gestione e nel superamento della crisi.
In Europa è stato molto più difficile dotarsi di “armi anticrisi” rispetto agli Stati Uniti dove tutti erano concordi sulle azioni da intraprendere.
Anche perché di qua dal’Atlantico la crisi non ha colpito tutti allo stesso modo. Per alcuni la crisi è stata una miniera d’oro.
Abbiamo in questo periodo cominciato a sentire parlare di SPREAD!
Anche nei bar, dove di solito sono lo sport o la politica gli argomenti di conversazione, lo spread è stato il principe.
Lo spread di cui parliamo è il differenziale di interesse che un debitore (in questo caso un paese come l’Italia) deve pagare a chi gli presta i soldi, generalmente attraverso i titoli del debito pubblico (BOT, CCT, BTP), rispetto a quanto paga invece un paese come la Germania.
Proprio la Germania è stato uno di quei Paesi a beneficiare del malessere di altri Paesi. Infatti, poiché nei momenti di crisi tutti cercano “titoli sicurissimi”, i risparmiatori si sono orientati ad acquistare titoli tedeschi e, visto che con un eccesso di domanda i rendimenti calano, si è arrivati ad avere “tassi negativi”: cioè la Germania facendosi prestare 100 euro ad un tasso negativo dell’uno per cento, a fine anno ne restituiva 99 (primo caso al mondo di debito che cala per effetto degli interessi).
Nel frattempo proprio quei Paesi che pagavano uno spread altissimo si trovavano divisi al loro interno: Grecia, Spagna, Portogallo, Italia invece di ricercare soluzioni, si aggrappavano a improbabili cause, una di queste l ‘ Euro! Viene in mente la scena in cui Benigni è posto di fronte ai problemi della Sicilia: “la siccità, l’Etna e il traffico”.
I vantaggi economici per alcuni Paesi non erano solo per gli interessi sui titoli di stato; soprattutto erano avvantaggiate le aziende di quei paesi meno incasinati. Vantaggi nel’accesso al credito a tassi di molto inferiori rispetto ad aziende che, causa il loro passaporto, pagavano tassi molto alti.
Non dobbiamo quindi dimenticare che proprio molti di quelli che oggi si attribuiscono il merito di aver portato l’Europa fuori dalla crisi, in realtà non hanno fatto altro che ostacolare il lavoro di chi ha realmente il merito del successo: Mario Draghi e il suo staff della Banca Centrale Europea.
Nonostante Primi Ministri (Cancellieri) e Ministri dell’Economia di mezza Europa remassero contro, Draghi ha saputo, con fermezza, traghettare l’intero continente fuori dalla crisi.
Le armi sono state quelle del cosiddetto “Quantitative Easing”.
La BCE, guidata da Mario Draghi, si è imposta come garante per tutti i Paesi dell’Unione Europea comprando una buona fetta del loro debito, fornendo quindi un paracadute a tutti.
I maggiori beneficiari di questa operazione sono stati i PIGS (acronimo dispregiativo per indicare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) che, senza questo intervento, sarebbero finiti sul barbecue…
Tale manovra, che ha fatto calare tantissimo lo Spread, ha salvato anche tantissimi privati e aziende indebitate poiché gli interessi del loro debito sono calati anziché crescere vertiginosamente.
Basti pensare che gli interessi sul debito pubblico Italiano sono passati da oltre il cinque per cento a meno dell’uno per cento, con un risparmio di quasi cento miliardi di euro l’anno; praticamente più di 1500 euro per ogni abitante della penisola. Senza questo intervento le conseguenze della crisi sarebbero state fatali a cominciare da questi quattro paesi.
Draghi non era nuovo ad operazioni difficili. Da Direttore Generale del Tesoro, nel 1998 ha modificato il diritto societario con una legge che porta il suo nome, modernizzando fra l’altro il sistema finanziario italiano.
Nel 2009, nel pieno del ciclone post fallimento Lehman Brothers, anche se impegnato a ricoprire la carica di Governatore della Banca d’Italia, non si è tirato indietro quando gli è stato chiesto di coordinare il Financial Stability Forum, organismo mondiale, nato in quel momento, con il compito di mantenere la stabilità finanziaria nel mondo, incarico ricoperto fino alla sua nomina a Presidente della Banca Centrale Europea.

Dal Manzanarre al Reno, da Scilla al Tanai, dovrebbe levarsi un coro: “Grazie Draghi”!!
Sotto la regia di Draghi, l’Europa ha superato questa durissima crisi e sta affrontando con maggiore serenità le nuove sfide.
Per questa “regia” meriterebbe l’Oscar, ma per l’Economia non esiste, anche se il nome Draghi imporrebbe il “Trono di Spade”. Esiste però il Nobel…

Approfondimento sulla Finanza Comportamentale
Autore Ferdinando Lettieri – Consulente ed Educatore finanziario www.ferdinandolettieri.com
Fonte immagini: stock
Fonte testo: Ferdinando Lettieri – Consulente ed Educatore finanziario www.ferdinandolettieri.com

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